Open Innovation: l’approccio strategico che il settore manifatturiero italiano deve imparare a gestire 

In passato si pensava che un’azienda, per poter essere sempre competitiva, dovesse puntare il tutto per tutto sull’innovazione interna. L’innovazione interna è senza alcuna dubbio importante, ma da sola non basta per far sì che le aziende possano crescere, mantenersi competitive, riuscire a diventare leader nel loro settore. È fondamentale infatti che le filiere amplino i loro orizzonti, aumentando la loro rete di contatti, andando a dare vita ad un ecosistema che vada ben al di là del loro settore specifico, che sia quindi intersettoriale. Solo in questo modo è possibile incentivare l’imprenditorialità, crescere, mettersi sulla strada del successo. 

Per riuscire in questa impresa è necessario far scendere in campo un ben preciso approccio strategico, che prende il nome di Open Innovation. Si tratta di un approccio strategico che è ormai consuetudine negli altri paesi del mondo, ma che nel settore manifatturiero italiano invece non sembra ancora aver preso piede in modo adeguato. È qualcosa che le aziende italiane ancora non conoscono bene e ancora non sanno gestire adeguatamente. Adesso però è arrivato il momento di cambiare, una piccola rivoluzione che potrebbe portare al settore manifatturiero italiano linfa vitale, energia. 

Open Innovation, l’approccio strategico di cui oggi si ha un gran bisogno 

Open Innovation significa aprirsi non solo verso un’innovazione interna all’azienda stessa, ma verso un’innovazione esterna, verso soluzioni, idee e progetti che arrivano da altre aziende innovative, così come da centri di ricerca, da start up, da programmatori, da inventori, consulenti, creativi. Si tratta insomma di dare vita ad un clima di cooperazione, perché è solo insieme, unendo le forze, che è possibile crescere. 

Il problema non è tanto l’apertura verso queste nuove possibilità, ma i problemi di gestione dell’intero processo di cooperazione. Per fortuna ci ha pensato UNI, ente italiano di normazione, a redigere i criteri base di questa gestione, in modo da riuscire a dare vita ad uno sfondo concettuale e terminologico che possa essere condiviso da tutti. UNI ha permesso insomma di creare quelle che possono a pieno titolo essere considerate come le linee guida per favorire l’innovazione. 

Questo argomento è stato di recente oggetto di discussione. Se ne è parlato infatti in modo approfondito durante il webinar del Cluster Fabbrica Intelligente dal titolo ”L’innovazione nelle pmi: L’approccio delle norme UNI EN ISO 56000 e quello dell’Open Innovation”. È un tema infatti caldo, che le aziende italiane hanno bisogno di scoprire. 

La piattaforma Open Innovation 

Open Innovation, questo non è solo il nome di un approccio strategico, ma anche di una vera e propria piattaforma online a cui possono partecipare imprese, università, centri di ricerca, pubblica amministrazione, società civile. La piattaforma permette di creare delle iniziative, dei progetti, a cui tutti gli iscritti possono partecipare. Si ha la possibilità attraverso la piattaforma di condividere le proprie idee e di cooperare per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati. Considerando che oggi sono oltre 20.000 i partecipanti alla piattaforma, è semplice capire che il clima di cooperazione è diventato sempre più positivo. 

Sono molte le iniziative di grande successo a cui è stato possibile dare vita nel corso del tempo, tra cui è senza dubbio doveroso ricordare Open Challenge. Si tratta di uno spazio virtuale dove possono essere lanciate delle sfide, pensate per tutti coloro che hanno voglia di mettersi in gioco. Per il momento 19 imprese hanno lanciato in totale 36 sfide, che hanno visto mettersi in gioco 300 partecipanti.