Chimpy arriva in Italia: la startup svizzera presenta i powerbank a noleggio on the go per caricare il cellulare in modo semplice ed ecosostenibile

Cellulare scarico? Fermarsi per caricare la batteria richiede una presa di corrente e almeno mezz’ora di attesa. Come risolvere il problema ed evitare il dispendio di tempo? Grazie a Chimpy, il servizio di powerbank a noleggio on the go. Attivo già in 70 edicole, Milano è la prima città italiana ad offrire il servizio di ricarica smartphone che coniuga la necessità di caricare il telefono con la filosofia dell’economia circolare per evitare sprechi, ponendo molta attenzione all’aspetto green per diminuire l’inquinamento ambientale.

Abbiamo incontrato Edwin Winkler, Country Manager di Chimpy per l’Italia .

Edwin Winkler, Country Manager di Chimpy per l’Italia

Ci puoi dire perché nasce la startup e quale problema risolve sul mercato?

Chimpy nasce dalla volontà di rendere più sostenibile il consumo di energia e per questa ragione ha scelto di basare il proprio modello di business su tre pilastri: sharing, green e circular economy.  Con i powerbank a noleggio offriamo una comoda soluzione all’odioso problema del cellulare scarico mentre si è lontani da casa promuovendo, allo stesso tempo, il riutilizzo dei powerbank come alternativa ecologica all’acquisto. 

Come funziona in pratica il vostro servizio?

È semplicissimo: basta recarsi in edicola, chiedere di noleggiare un powerbank Chimpy pagando 3€ più cauzione e collegarlo al proprio cellulare mediante il cavo compatibile al nostro smartphone fornito dall’edicolante insieme al powerbank. Non serve registrarsi ad alcun portale online né scaricare un’app e tutti i punti convenzionati si possono trovare comodamente con un click sul sito internet di Chimpy. In un istante, il problema della batteria scarica è risolto. Il powerbank può successivamente essere restituito in uno qualsiasi dei nostri punti convenzionati entro una settimana, senza fretta. Chimpy al momento è disponibile in 70 edicole a Milano, soprattutto in quelle della metropolitana. Le edicole coinvolte sono situate nei luoghi nevralgici della città, come quelli nelle stazioni della metropolitana di Duomo, Porta Genova, Porta Venezia, San Babila e Loreto. Chi viaggia spesso in treno, inoltre, può trovare i Chimpy anche nelle stazioni di Centrale e Cadorna.

Una volta creata la rete di distribuzione pensate di offrire servizi ulteriori? O di espandervi in altri settori?

Chimpy è stata fondata nel 2013 ed oggi è presente in tutta Europa con oltre 2.000 punti di ritiro e consegna in città come Parigi, Berlino, Barcellona, Vienna e altre ancora, a conferma di come le persone abbiano sposato velocemente l’idea di condividere anche il powerbank a favore di un utilizzo più consapevole degli oggetti che utilizziamo tutti i giorni. Al momento abbiamo scelto di concentrarci esclusivamente sul noleggio di powerbank. Basti pensare che dal 2017 ad oggi i powerbank di Chimpy hanno caricato con energia solare i cellulari di oltre 2 milioni di persone.

Non vi preoccupa il fatto che delle soluzioni innovative possano mettere in crisi il vostro modello di business?

Siamo convinti che il fabbisogno di energia lontano dalle mura di casa aumenterà costantemente negli anni a venire. Chimpy ci sarà per fornire l’energia ai consumatori in maniera semplice, conveniente e rinnovabile: oggi sono i powerbank a noleggio, un domani chissà, qualche altra tecnologia diventerà indispensabile nelle nostre vite e se avrà bisogno di essere alimentata, Chimpy non si sottrarrà alla sfida.

Quando hai iniziato ad approcciarti al settore delle startup e come ti sei formato?

Sono entrato in contatto con la realtà di Chimpy al termine dei miei studi in Chimica al Politecnico di Zurigo e al MIT di Boston. Sin da subito si è instaurata una forte sinergia con gli altri membri del team grazie anche al fatto che abbiamo molteplici valori e idee in comune. Quello che è stato il mio primo vero lavoro nel 2014, lo è ancora oggi. Essendo stato il mio percorso accademico incentrato puramente sulle scienze naturali, ho imparato il necessario per il mio lavoro a Chimpy maturando esperienza e competenza giorno dopo giorno.

Con quali tempi e step è stata lanciata la startup?

Chimpy è stata fondata otto anni fa a Zurigo. La prima pietra miliare l’abbiamo raggiunta nel 2016, quando i powerbank Chimpy sono diventati disponibili in più di 1.000 chioschi in tutta la Svizzera. Nella primavera 2019, Amburgo è stata la prima città al di fuori del territorio elvetico in cui abbiamo attivato il servizio di Chimpy. Nei due anni successivi si sono susseguiti i lanci su altri mercati europei e, a luglio 2021, è cominciata la nostra avventura a Milano. Con il progetto pilota con protagonista la smart city italiana per eccellenza. Ad oggi sono ben 70 le edicole che hanno aderito al nostro progetto.

Quali difficoltà avete avuto a far capire la vostra idea e a reperire capitali per la crescita?

All’inizio in pochi credevano nella necessità di un servizio come il nostro. In molti reputavano la breve durata di carica delle batterie degli smartphone un problema che sarebbe stato risolto di lì a poco, pensando erroneamente che si potesse applicare una sorta di legge di Moore anche alla capacità degli accumulatori al litio. È stato quindi particolarmente difficile trovare degli investitori disposti a credere nel nostro progetto. Ma non ci siamo persi d’animo ed ora siamo presenti in tutta Europa continuando a crescere. 

Ci sono altri competitor che operano nel vostro stesso settore e se sì come si differenzia Chimpy?

A livello europeo ci sono una dozzina di player. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di powerbank noleggiabili tramite distributori automatici di varie dimensioni. Chimpy si differenzia sia per i suoi partner commerciali, proponendo oltre alla versione station anche un servizio di powerbank noleggiabili al banco, sia perché scegliendo Chimpy, l’utente carica il proprio cellulare esclusivamente con energia pulita, 100% rinnovabile.

In quali mercati europei operate e quali differenze o difficoltà avete trovato nei singoli mercati?

Siamo presenti nelle più grandi città Europee: da Parigi a Berlino, da Vienna a Barcellona, passando per Zurigo e Milano. Nel powerbank sharing tutto il mondo è paese: i cellulari si scaricano dappertutto mentre ci si sposta da un luogo all’altro e sono egualmente indispensabili per la vita di tutti i giorni. Tuttavia, ci sono differenze culturali che rendono molto diverso il modo in cui le persone usufruiscono del nostro servizio. Per esempio, i tedeschi restituiscono la batteria in breve tempo rispetto agli altri paesi mentre solo a Barcellona il picco dei noleggi si registra verso la mezzanotte.

Ci puoi dare una panoramica economica di che cifre muove o muoverà il mercato dove operate?

Il nostro mercato ha visto una crescita costante dal 2010 in avantii: nella sola Cina, l’economia leader del settore, la sua dimensione era valutata a 1,4 miliardi di dollari già nel 2020 e si stima che raggiunga i 16 miliardi entro il 2028. Una cifra enorme, se si pensa che il mercato europeo dei molto più celebri monopattini elettrici in sharing genera una cifra d’affari intorno ai 3 miliardi di dollari l’anno.

Quotazione in borsa, vendita a un grosso player di mercato o crescita autonoma? Ci puoi dire come vedi Chimpy fra 5 anni?

A Chimpy puntiamo sulla sostenibilità anche da un punto di vista finanziario. Negli anni abbiamo registrato una crescita costante, operando al contempo a profitto. La musica è leggermente cambiata con lo scoppio della pandemia, ma contiamo di ristabilire la nostra filosofia già a partire dal 2022 e continuare su questa strada negli anni a venire.

Quali consigli daresti a un giovane interessato per formarsi ed eventualmente lavorare nel vostro settore? Quali sono le figure che il mercato sta cercando?

Non posso parlare per il mercato, ma posso parlare per Chimpy: la capacità più importante che ricerchiamo nei candidati è la determinazione. Quando c’è questa inclinazione qualsiasi delle cosiddette hard skills può essere imparata sul campo e nel momento del bisogno, crediamo molto nella possibilità delle persone di crescere e formarsi acquisendo competenze lungo il percorso lavorativo.

In generale in quali altri settori vedi grande fermento?

Il nostro pianeta ha urgente bisogno di nuove tecnologie per invertire il cambiamento climatico: la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e il suo sequestro dall’atmosfera sono due campi in cui l’umanità è ancora troppo poco esperta. È imperativo far fluire grossi capitali e concentrare sin da subito le risorse sullo sviluppo di nuovi strumenti in questo senso, al fine di evitare il collasso ambientale. Quanti powerbank sono stati acquistati o regalati come gadget per poi finire dimenticati in un cassetto? Grazie a Chimpy e al suo modello di business, ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo a ridurre la quantità di rifiuti da riciclare. 

Volete saperne di più sul servizio di Chimpy? Andate a visitare il sito internet.