Le startup stanno aumentando nel nostro paese. Stando ai dati resi noti dal Ministero dello Sviluppo Economico, sembra che nel mese di ottobre fossero infatti 14.032, con un incremento niente meno che di 540 rispetto al secondo trimestre dello stesso anno, pari al 3,3%.
Ci sono voluti oltre 10 anni per riuscire ad arrivare a questi risultati, risultati che meritano senza alcun dubbio di essere accolti a braccia aperte e che fotografano un paese che ha voglia di innovazione, di nuove tecnologie, di crescita e di sviluppo. Nemmeno la pandemia sembra essere riuscita ad intaccare la corsa verso il successo delle startup italiane. Dopotutto è normale che sia così dato che molte start up sono state progettate per favorire il processo di digitalizzazione, quel processo che proprio durante la pandemia è decollato ulteriormente.
Ma quali sono le startup italiane in assoluto più interessanti? È davvero difficile riuscire a rispondere a questa domanda. Noi ne abbiamo selezionate 3 che crediamo debbano assolutamente essere tenute sott’occhio durante tutto il corso del 2022.
Altilia
Altilia è una startup italiana con sede in Calabria, fondata da Ermelinda Oro e Massimo Rufolo. È una realtà di grande successo, che nel mese di marzo 2021 si è aggiudica ben 3 milioni di euro. A credere in Altilia e ad offrire questa eccezionale cifra, Cdp Venture
Capital. Ma di cosa si occupa Altilia? Si occupa di intelligenza artificiale. Le tecnologie che Altilia sviluppa sono semantiche, in grado di elaborare in modo del tutto automatico conoscenza dai dati di pagine web, contenuti internet, contenuti intranet aziendali. In questo modo le aziende hanno la possibilità di valorizzare le loro attività business. Possono creare servizi informativi ad hoc, sia interni all’azienda stessa che focalizzati sulle necessità dei clienti. Possono migliorare la loro capacità di capitalizzare valore.
Il tutto è erogato da Altilia attraverso la piattaforma “IDEA4 Semantic Con- tent Capture”. È questa piattaforma che automatizza i processi di acquisizione di big data, della loro integrazione, della memorizzazione in una forma ben strutturata. Riesce nell’impresa anche quanto le informazioni di strutturato non hanno assolutamente nulla, anche quando risultano in origine estremamente eterogenee. La piattaforma riesce a raggiungere un tale ambizioso obiettivo in quanto si basa su algoritmi innovativi, di ultima generazione. Sono algoritmi che imitano il comportamento umano, il modo in cui l’uomo comprende i contenuti e offre loro un ben preciso significato.
Newcleo
2050, l’obiettivo da raggiungere entro questa data è zero emissioni. Riuscire a raggiungere un obiettivo di tale portata in un lasso di tempo che non è poi così lungo sembra una mera chimera. Proprio per questo motivo si torna oggi a parlare di nucleare. Se ne torna a parlare anche perché le tecnologie di quarta generazione permettono di ridurre in modo importante il problema delle scorie e del loro smaltimento. Certo, per il momento non si tratta di un problema che possa essere eliminato alla radice, ma visto il tasso di riduzione è davvero possibile che il nucleare torni in auge nel corso dei prossimi decenni.
La start up Newcleo, fondata dal fisico Stefano Buono, è proprio il nucleare che prende in considerazione. Si tratta di una start up con sede a Londra, ma viene naturale parlarne come di una start up italiana, non solo perché il fondatore è un torinese doc, ma perché la ricerca è portata avanti proprio in quel di Torino. L’idea alla base della start up è quella di realizzare su scala industriale mini reattori che non utilizzano l’acqua come refrigerante, come invece accadeva un tempo, bensì il piombo. Questi mini reattori inoltre utilizzano come carburante il torio.
Dovranno ovviamente essere effettuati molti test per capire se l’idea di Newcleo potrà realmente essere messa in atto, test che avranno luogo direttamente all’estero. Sono molti gli investitori che già credono in questa realtà, tanto che sono stati raccolti ben cento milioni di euro.
Sode
Parliamo adesso del settore del delivery, un settore che è cresciuto in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni, proprio da quando ha preso il via la pandemia. Il delivery è ormai prezioso, ma viene naturale chiedersi se possa essere sociale, sostenibile, solidale. SoDe è una start up che mira proprio a raggiungere questo obiettivo, una start up nata a Milano grazie al crowdfunding di Produzioni dal Basso.
I rider sono assunti con contratti regolari. Sono debitamente formati in modo che sappiano come muoversi in città in totale sicurezza. Ovviamente ai rider viene fornito anche l’equipaggiamento necessario. Proprio per questo motivo ne possiamo parlare come di un delivery sociale. Sode vuole sostenere e supportare il commercio di prossimità. Ecco perché i prodotti consegnati da Sode sono quelli dei negozi alimentari locali, delle botteghe artigiane, dei ristoranti etici e così via. Gli imballaggi e i contenitori utilizzati sono ecologici e riciclabili, un delivery che è sostenibile e amico dell’ambiente.